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Gentile Aracne editrice,

è con un vivo stupore, crescente di pagina in pagina, che ho letto il libro di Paola Quadrelli da voi editato col titolo “Il partito è il nostro sole – la scuola socialista nella letteratura della DDR”.

L’autrice, con la quale sono disponibile se interessata a un confronto, privato o pubblico, come preferirà, è persona certo preparata, ma così ferocemente schierata su posizioni anticomuniste da rasentare l’incredibile, per lei la DDR è stata una dittatura e tra queste forse la peggiore della storia del Novecento, alla DDR vengono associate a ripetizione le parole: “coercizione, mortificazione, repressione, indottrinamento, ipocrisia, mediocrità, …” e in cui gli insegnanti sono: “dogmatici, rigidi, viscidi, sadici, laidi, criminali, …” Per carità, ognuno è libero di avere il proprio punto di vista, il mio ad esempio è esattamente opposto a quello della vostra autrice, perché credo che educare i giovani ai valori della solidarietà, dell’antimperialismo, della pace e dell’amicizia tra i popoli sia meglio che abbandonarli ad una molto presunta libertà, quale quella occidentale, che è un semplice conformismo di massa improntato ai consumi e alla prevaricazione.

Credo tuttavia che voi abbiate commesso il grave errore di aver scelto un titolo fuorviante, se non sbagliato, anche perché gli scrittori citati dall’autrice sono stati dei dissidenti e hanno pubblicato principalmente fuori dalla DDR. Di autori tedesco-orientali che nei 40 anni di esistenza di quello stato abbiano scritto romanzi sul valore positivo dell’educazione socialista non ve ne è citato neppure uno. Intuisco che siano considerati dalla Quadrelli degli impresentabili servi del socialismo e dei pessimi scrittori. Vi consiglio tuttavia per le prossime edizioni di titolare il libro: “Un’educazione totalitaria – la scuola della DDR nella letteratura del dissenso”, credo che sarebbe in egual modo un titolo più veritiero ed efficace ed eviterebbe, per chi non si riconosce in tale analisi, di perdere molto tempo a leggerlo e qualche euro a comprarlo

Milano, 11 giugno ’12

Davide Rossi

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One thought on “Lettera del direttore del Centro Studi in merito ad un libro contro la DDR

  1. Caro direttore,
    Sebbene non abbia ancora letto il libro in questione, temo proprio che si tratti del solito coacervo di luoghi comuni sulla DDR e sul progetto comunista in genere.
    Sia come insegnante che come scrittore, sono stanco, ogni volta che cerco di documentarmi sulla DDR, di trovare nient’altro che deformazioni e/o caricature.
    Chi critica tanto un Paese in cui la disoccupazione era inesistente, gli affitti pressoché simbolici ed i servizi pubblici
    gratuiti, dovrebbe pensare a come invece si viva da noi.
    Quanto poi alla c.d. riunificazione, a molti raccomando la lettura di “Anschluss” di Vladimiro Giacché.
    Distinti saluti
    Riccardo Uccheddu

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