Quella che segue è la prima pagina della Biografia di Anna Seghers presente nel libro “La figlia della delegata” pubblicato dal nostro Centro Studi.
di Davide Rossi
Netty Reiling nasce il 19 novembre 1900 in una famiglia di antiquari di Magonza, sulle rive del Reno. Non lontana dalla convergenza con il Meno, terra fertile di vigneti nella patria della birra, di pometi dalle dorate mele, Magonza è la città natale di Giovanni Gutenberg, antica e ricca di storia, abitata dai Celti, fortificata dai Romani, capace di esprimere nel lungo Medioevo il presidente della Dieta chiamata ad eleggere l’imperatore. Querce, biancospini, aiuole, prati sono presenti nel centro cittadino e nei pressi della casa natale della scrittrice, non lontano dall’imponente duomo di san Martino, in cui per lunghe ore Netty scruta e contempla statue ed ombre, giochi di luce, vetrate, ascolta silenzi e preghiere, tra candele e incensi. Suo padre Isidor, infatti, è antiquario e sovrintendente del patrimonio artistico per conto del vescovo, sebbene sia membro della numerosa comunità ebraica della città. L’incanto suggestivo e sereno del Duomo tornerà nel romanzo La settima croce , nelle cui prime pagine si ricorda di Magonza la piazza del Fuoco, in cui nel Medioevo quattrocento ebrei sono stati arsi dai crociati, ma anche vi si è alzato, per mano giacobina, l’albero della libertà e dei diritti dell’uomo. All’angolo tra la Bauhofstrasse e la Kaiserstrasse si trovano il negozio paterno e la casa in cui Hedwig, mamma di Netty, garantisce alla piccola un’infanzia serena, coltivando frequenti letture e trasmettendo tale passione alla figlia, che diventa anch’essa precoce e assidua lettrice.
Magonza si trova nel cuore d’Europa, terra d’incontro di mercanti, tradizioni, religioni. I suoi cittadini sono accomunati dai luoghi e dalla lingua, il tedesco dei miti e delle favole, dei commerci e degli scambi. Suonano diverse campane, cattoliche e protestanti, e con la domenica anche il sabato è giorno dedicato alla fede, quella ebraica a cui appartiene la famiglia Reiling. Netty studia con profitto e con passione, in particolare la storia dell’arte. Con le amiche e compagne di scuola condividerà le difficoltà della Germania, dalla guerra voluta dall’imperatore Guglielmo II nel 1914, alla dure regole imposte dalla pace di Versailles, alla crisi economica, al confronto con il montante nazismo, il quale, nella sua programmata follia, travolgerà amicizie e famiglie, comprese quelle di Netty.
Dopo gli studi superiori, per quanto Magonza sia sede universitaria dal 1477, Netty sceglie altre strade: si reca all’università di Heidelberg e poi di Colonia. Studia storia dell’arte, storia, filologia e sinologia; percepisce la ricchezza delle differenti culture e nella sua formazione la lingua tedesca, la classicità greca, il mondo ebraico, l’Oriente cinese concorrono a fornirle un approccio multiculturale. La stagione dell’università apre davanti a lei nuovi orizzonti, sociali, culturali, politici; tra gli stranieri cacciati dai loro paesi all’alba del terrore fascista, ben più esteso che nella sola Italia, conosce un giovane comunista ungherese, Laszlo Radványi, e nel 1925 lo sposa. Dalla viva voce di Laszlo ascolta la bellezza di essere parte di una rivoluzione e il dolore di vederla soffocata.
L’approccio, e quindi l’adesione al marxismo rappresentano per Netty un impegno contro ogni forma di oppressione; la scelta politica del comunismo è intesa come un percorso verso l’uguaglianza. Alcuni affermano, a ragione, che la scrittrice metta in atto una trasposizione del contenuto etico dell’educazione religiosa ricevuta nell’infanzia in una nuova forma di comportamento sociale. Dall’ebraismo trae un generoso “devi amare”, memore del comandamento, presente nel Levitico, “ve ahavtà lerè ekhà kamokhà”, ovvero “ama il prossimo tuo come te stesso”, che la porrà sin dai tempi degli studi universitari dalla parte degli ultimi. La sua tesi, dedicata a Rembrandt e al suo modo di ritrarre gli ebrei, che definisce “i proletari” dell’epoca, l’avvicina ad un artista contemporaneo di Rembrandt, Hercules Seghers, da cui trarrà il proprio nome di scrittrice con il quale verrà conosciuta in tutto il mondo: Anna Seghers. (…)