di
Noemi Lanzani
Grandi film alla 67° edizione del Locarno Film Festival.
L’ABRI di Fernand Melgar è il terzo capitolo della dolorosa storia della discriminazione degli stranieri immigrati in Svizzera, questa volta si racconta la storia di un dormitorio che, in pieno inverno non riesce a garantire a tutti il diritto a un tetto per la notte, lasciando alcuni all’aperto, nonostante la neve, il vento, il freddo.
CURE – LA VITA DI UN’ALTRA di Andrea Štaka racconta Dubrovnik nel secondo anno della guerra balcanica, il 1993, parla di chi muore e di chi sopravvie, del grigiore di una esistenza prossima alla morte e ai colpi di mortaio, all’impossibilità di una vita stravolta dalla violenza, dell’incapacità di vivere nella bellezza della natura e dei luoghi quando l’ombra della morte prende il sopravvento.
Straordinario e bellissimo LA LEGGE DELLA TROMBA di Augusto Tretti, film politico del 1962, che denuncia, con sarcastica ironia lo sfruttamento lavorativo e le delocalizzazioni, con profetico anticipo. Tretti, autore un decennio dopo di POTERE, è uno dei più importanti e geniali autori italiani del Novecento, ma proprio il suo stile politico e di denuncia è risultato ostico al potere democristiano che lo ha ferocemente boicottato.
MUEDA, MEMÓRIA E MASSACRE di Ruy Guerra è un dei primi film del Mozambico, girato nel 1979, racconta con la semplicità del cinema e del teatro didattico brechtiano la storia del massacro compiuto dai butali colonialisti portoghesi contro il popolo nei primi anni ’60 e come questa ennesima violenza abbia portato alla nascita del Fronte di Liberazione nazionale, il FRELIMO. Un film di rara intensità e bellezza.
SUL VULCANO di Gianfranco Pannone è la dimostrazione di come la documentazione sociale possa diventare cinema di inusitata bellezza, la voce degli abitanti delle pendici del Vesuvio si alterna a immagini di rara emozione che mostrano la strepitosa sensualità di una terra stretta tra il mare e il cielo, mentre le più belle pagine dedicate a questa terra, da Leopardi a Malaparte, contrappuntano ciò che scorre sullo schermo.
MULHAPAR di Paolo Poloni racconta la storia di un villaggio del Pakistan, la vita quotidiana di una comunità contadina legata a leggi antiche e ancestrali, al rapporto con la terra e le stagioni, di come i giovani vivono, studiano e sognano un futuro diverso dalla quotidianità che li circonda.
All’interno della “Settimana del cinema d’oro russo” il grande regista di Peter Greenaway ha presentato la sua ultima realizzazione LE TORRI DI LUCCA, dedicato alla storia della città e il trailer di “Ėjzenštejn in Guanajuato”, suo prossimo lungometraggio, un grande omaggio alla presenza in Messico del geniale regista sovietico di cui nella rassegna si è vista LA CORRAZATA POTIOMKIN, uno dei suoi grandi capolavori. A 45 anni di distanza dalla sua nascita si è reso omaggio a Ceburascka, protagonista dei cartoni animati sovietici, di cui è stata presentata la prima sua apparizione, avvenuta in IL COCCODRILLO GHENA di R. Kachanov. Di particolare pregio IL CASTELLO di A. Balabanov, film del 1994 capace ci immergere lo spettatore con particolare potenza dentro l’omonimo testo kafkiano.