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di Davide Rossi 

L’Europa davvero è il luogo in cui si prendono decisioni importanti, decisive per il futuro di tutti noi. Purtroppo, come spesso accade, invece di discutere del ruolo e dei compiti del parlamento europeo, la campagna elettorale italiana si è concentrata in questi mesi sull’Italia e sul suo massimo protagonista mediatico, l’onnivoro e onnipresente presidente del consiglio, che tra battute e smentite è arrivato a dichiarare inutile il parlamento.

A questa deriva civile e sociale, a questo silenzio risponde con un chiaro impegno europeo la lista comunista, la sola, tra tutte quelle presenti per le elezioni, che dà la certezza dell’iscrizione dei suoi eletti nel gruppo della sinistra europea e della sinistra verde nordica (GUE). Il GUE in questi anni ha rifiutato le 60 ore settimanali di lavoro, ha respinto ogni forma di liberalizzazione dei contratti che si è poi dimostrata nella sostanza una drammatica estensione del precariato e dello sfruttamento lavorativo, si è schierato a fianco dei diritti dei migranti e dei popoli del Sud del pianeta, si è battuto per le energie alternative, ha chiesto un’Europa sociale, in cui tutti, donne e uomini, possano vedere riconosciuto il diritto ad una piena cittadinanza.

La ritrovata libertà di esprimere le preferenze porta a scegliere nella lista comunista un uomo e una donna.

Vittorio Agnoletto è da anni un amico, un compagno. Sempre gentile, disponibile, attento. Non esita a farsi carico delle preoccupazioni, degli stimoli, dei problemi che noi, come tantissimi altri, gli segnaliamo, a partire, nel nostro caso, dai temi che più ci stanno a cuore, ovvero quelli della cultura, della libera associazione studentesca e sindacale, della piena possibilità d’espressione di quel grande movimento “no global”, di cui anche noi, nel nostro piccolo, siamo parte. Il suo lavoro nella passata legislatura europea è la conferma di un impegno di civiltà che vogliamo possa continuare.

Dijana Pavlovic è una ragazza rom, una zingara nata in Serbia, attrice di teatro in Italia. Ogni preferenza che raccoglierà sarà la più viva, forte, chiara testimonianza che rifiutiamo – in Italia e in Europa – le politiche securitarie costruite nel solco dell’odio, del razzismo, della xenofobia. Perché crediamo nel dialogo e nella comprensione tra tutti i popoli, perché non abbiamo dimenticato gli italiani immigrati nelle miniere belghe e nelle fabbriche e nei campi del mondo. Ogni preferenza per Dijana Pavlovic sarà un segno di pace, perché rom e sinti sono i soli popoli a non aver mai fatto o dichiarato una guerra. Scrivere il suo nome sulla scheda significa affermare con forza che chiediamo il pieno rispetto dei migranti, degli stranieri, dei baraccati. A cui vanno riconosciuti, come a tutti gli italiani, casa, scuola, assistenza medica e lavoro. Senza odiose esclusioni che contrastano ogni elementare regola di civiltà e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Scrivere il suo nome sulla scheda aiuta a ricordare che rom e sinti sono spesso italiani da secoli e quando anche abbiano raggiunto l’Italia negli ultimi anni, devono riconoscere nel nostro sguardo e nei nostri gesti il calore di un’accoglienza sincera e concreta.

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